mercoledì 4 luglio 2012

8 considerazioni, e 1 P.S. con sorpresa

Ciao, un po' di considerazioni sparse, a caldo, non so precisamente a caldo di cosa, ma sento che è così.

1. Non ho mai amato le magliette troppo scollate, pur non avendo chissà quale incredibile abbondanza. La scollatura mi ha sempre messa a disagio, nonostante trovi che, in generale, stia davvero bene alle persone di gentil sesso. In questi giorni ho avuto conferma del fatto che io né la so portare, né la voglio portare. Sostanzialmente quando guardano lì dentro, mi sento violata. Mah. Pur poi essendo di mentalità molto aperta.

2. Vorrei tanto tempo per poter leggere. Sono stata qualche giorno al mare la scorsa settimana, e ho iniziato un libro di Steven King. Oh, sai che letturona. E invece ho passato troppo tempo della mia vita a impuntarmi di leggere la "grande narrativa" che, per carità, mi ha portato spesso del buono, ma talvolta ha invece impegnato la mia mente troppo stanca a leggere, chessò, fino a pagina 980 senza riuscire a mettere insieme quello che era capitato nelle pagine precedenti.

 Steven King mi è sempre piaciuto, IT è tra i miei 5 libri preferiti. Non leggevo un suo libro da anni, tanti anni. Ha questa capacità di scrivere saporito, di farti davvero vivere per un po' la vita di un altro, sarà la scrittura in prima persona, sarà quella speciale capacità di descrivere le espressioni e le variazioni d'animo, sarà quell'ironia yankee, ma sta di fatto che mi ha (ri)fatta innamorare di lui.

3. Non capisco perché dentro di me sento come il dovere di dover accettare di fare cose in cui metto anima, intelligenza e, me lo auguro, creatività, venendo davvero sottostimata. Qui si rischia fortemente di farsi succhiare via gli anni migliori, per poi magari davvero, venir lasciati da parte. O bene che sei un genio che conosce 4/5 lingue, pronto a viaggiare, con l'anima imprenditoriale, o sei semplicemente un poretto che si impegna per avere quasi nulla. Poi ovvio che dipende da come uno vede le cose. Io le vedo che il mutuo non costa meno, mentre io sì.

 4. Le donne. Io, orgogliosamente, non sono mai stata femminista, anzi, mi ha sempre un po' infastidito questa etichetta mentale, più di altre (chissà perché). Però è proprio vero che non c'è parità. In natura, ci sarebbe? Non ne posso più di uomini (adulti, diciamo dai 40 in sù) che mi guardano e mi pensano una forse neanche 20enne (me ne danno anche meno, colpa la faccia, il look semplice, la timidezza), ignorando che di anni ne ho 27 e che ho pure 2 lauree e un sacco di scazzo lavorativo alle spalle.

 Ecco, non sopporto più questa ormai tipica situazione: sei con dei colleghi (maschi), parli con un cliente (non più giovanissimo) e lui, con aria cameratesca, guarda loro, sta per dire la battutona sessista o la parolaccia del momento (ooooh, me tapina, come potranno le mie gentil orecchie auscultare cotal linguaggio barbino?), si ferma un attimo, ti guarda e dice: "Scusami, fai finta di non sentire cara", e poi lancia il battutone esilarante (che tra l'altro, a me queste battute fanno ridere di solito, e le parolacce le approvo appieno perché spezzano la noiosa inutile barbosa e impolverata ufficialità).
Ciò che non sopporto sono queste maledette scuse!!! Ma scusa di cosa???? Non è una forma di gentilezza, è pura noia e tentativo (riuscito, perché in gruppo) di segnare una certa mascolina superiorità.

5. Vorrei scrivere, anzi, vorrei tentare di scrivere un qualcosa di narrativo sulla base di un'idea che ho, un'idea che, in realtà, traggo e rivedo dalle Città Invisibili di Calvino, ma che mi abita nella mente da parecchi anni. Si tratta di un'idea, intima, emotiva, che però ovviamente qui non dico :) Chissà se lo farò mai. Ripeto che il mio desiderio è provare a farlo, non farlo, non voglio riuscirci ma mettermi lì e dire: bene, oggi si pensa a questo, si cerca di immaginare come potrebbe svilupparsi e prendere vita.
La mia scrittura, quella con cui lavoro, è tutta un'altra cosa, come ho già detto altre volte. Non si tratta di narrazione ma di promozione, di saper incuriosire, informare, convincere, spiegare. E' una cosa che a me viene piuttosto naturale e che amo davvero tanto, tanto.
Nella narrativa potrei esplorare tutto un altro lato delle parole, delle lettere e dei suoni che sanno creare. Sarebbe splendido.

6. Disegno sempre meno. E' difficilissimo per me mettermi a disegnare, e questa è una triste realtà. Adoro il disegno, e quando mi ci metto non mi ci toglierei più, ma ormai sono anni che disegno perché devo fare questo fumetto, questa illustrazione, questa caricatura, questo biglietto di battesimo... e non mi è più capitato, schizzi durante le fiere di fumetto a parte, di mettermi lì e dire: ora disegno e dipingo ciò che mi va.
 Il tempo dedicato al disegno è talmente poco, che i lavoretti che devo seguire me lo prendono tutto. O meglio, dò così poco tempo al disegno da averlo relegato a un qualcosa che faccio "perché ho preso l'impegno". Ed è proprio questo che mi salva: prendermi l'impegno di dover fare un lavoro artistico. Solo questo mi dà la garanzia di continuare a portare avanti questa rara qualità.
Poi sai, vedi i tuoi amici disegnatori che hanno un sacco di tempo per disegnare (non è solo questione che si Danno tempo per disegnare, è che spesso hanno veramente tempo a palate!), e così li vedi così bravi e maturati, e tu invece sei ferma più o meno al livello che avevi raggiunto intorno ai 19 anni... Ed è un peccato, perché all'Artistico eri praticamente la più brava della classe, a disegnare.

7. Mi sta venendo la deformazione professionale, e scandaglio e analizzo senza volerlo cartelloni pubblicitari, spot tv, spot in radio, testi in rete, annunci su Google e su Facebook. Questo è proprio bello, è come essere alla ricerca del segreto per la comunicazione online perfetta, per la comunicazione promozionale più creativa ed efficace. Mi motiva moltissimo, adoro questo ambito.

 8. Ultima delle mie considerazioni sparse a caso. Prima o poi me la prenderò la cagnolina che sento di volere. Mi manca tanto la mia Skin.

P.S. Se hai letto fino qui, meriti un premio! Esprimi un desiderio nei commenti, e io cercherò di esaudirlo, o ti darò una divinazione in merito ;D

giovedì 21 giugno 2012

Blade Runner Aquarelle Edition

Da tanto non trovo il tempo per scrivere sul mio adorato blog... Non che la scrittura mi abbia abbandonata, anzi, lavoro scrivendo tutti i giorni e sento netti gli effetti benefici della costanza di esercizio. Faccio una veloce comparsata solo per pubblicare questo gioiello che ho trovato stamattina. Si tratta di una versione ad acquerello di Blade Runner! Dura 12 minuti tutti da gustare con gli occhi e con l'anima, è composto da una sequenza di ben 3285 disegni ad acquerello raffiguranti le scene originali del film, come originale è anche l’audio. Si tratta solo della parte iniziale del capolavoro di Ridley Scott, chissà che presto non compaia anche il resto :) Un'opera incantevole, fresca, di una perseveranza che ha tutto da insegnarmi!

venerdì 13 aprile 2012

Video... ehm, Vimeo d'Artista!

Su Vimeo ci sono un sacco di video strepitosi, ne ho selezionato qualcuno che ho voglia di pubblicare. Dei veri e propri "Vimeo d'Artista" ;)

Sono tutti realizzati con tecniche differenti, alcuni in stop motion, altri in paper craft e finger manipulation, o in 3D, ma tutti sono accumunati da un'eccelsa creatività.

Dunque, questo è uno splendido modo per presentare il proprio curriculum vitae (prendiamo spunto!):



Questo invece è un incanto di geometrie di colore, di forme piane musicali.

A Kandiskij penso proprio che piacerebbe... o si sentirebbe vagamente plagiato, ma con tecniche multimediali al suo tempo sconosciute. Quello che non gli andrebbe a genio è la forma rettangolare che racchiude la libertà compositiva e che non se ne va praticamente mai, e nemmeno l'uso spinto dell'à plat.
Mondrian o Klee però gradirebbero! ;)



Questo invece è decisamente più manuale, segnico, tormentato, ma con il surpluss del 3D. Si tratta di una forma video che io amo particolarmente: i trailer di libri.

Nella fattispecie, questo è il video trailer di Pincel de Zorro, il libro di un autore spagnolo. L'animatore è il grafico designer Meritxell Ribas, e trovo la sua idea poetica e piena di suggestione, con questa linea a china di pennello su cui si racconta la storia ambientata in Giappone.

(Non riesco ad embeddarlo da Vimeo, eccolo dal tubo):



Infine, codesta meraviglia: ogni volta che lo guardo non riesco a staccargli gli occhi di dosso *_____* Ecco a voi stop motion, paper craft e finger manipulation tutti assieme... La scelta musicale poi è amazing!




P.S. Sabato prossimo farò una piccola performance artistica alla Biblioteca Civica di Verona... Ve ne parlerò, spero di combinare qualcosa di carino!

P.P.S. No, non è una performance di body art :P.... :)

domenica 1 aprile 2012

Ecco perché il Marrone è meglio del Blu

IMHO, ovviamente ;)

Dunque, stamattina mi è tornata alla mente una cosa: ben 11 anni fa, quando conobbi il Kecche, parlando di associazioni alogiche di pensieri, ci capitò di parlare di come la mente (non di tutti credo) abbini spontanteamente determinati colori a specifiche persone. Lui, ad esempio, è sicuramente blu/azzurro, e quando gli chiesi: ma io, che colore ti faccio venire in mente? e lui mi rispose MARRONE, beh ci restai parecchio male.

Marrone?!? Un colore così "brutto" e banale? Mi indispettii un po'.

Io su tutti, volevo essere il Blu: il blu è il colore filosofico per eccellenza, è il colore che porta in alto i pensieri, è la cromia della profondità, della meditazione, e ha forti nessi con la malinconia ("i'm blue", no?), il che lo rende ai miei occhi ancora più interessante e in linea con la mia natura.


Il pensiero del Blu come colore giusto per me, o meglio, come il colore che volevo essere, mi ha accompagnata parecchi anni, fino a poco tempo fa, direi.

Il blu è il colore dell'essenza, della sostanza senza orpelli, mentre il marrone è il colore dell'esistenza, della terra, è la consistenza della fertilità, è un colore fatto di tanti altri colori, mentre il blu è etereo, è raro in natura, ed è un colore primario, composto solo di se stesso, completamente autoreferenziale, quindi autonomo.

Arrivata all'università, il blu ha continuato a trovare conferme: basta pensare all'antica teoria degli umori, al concetto di noumeno (ciò che sta dietro al fenomeno), al biomorfismo di Kandinsky, alle antropometrie rigorosamente tutte blu del sottilissimo Yves Klein, o al magnifico Mirò.


Perché mai ero stata associata al marrone?

Il marrone è il fenomeno, la fisicità, il blu è il noumeno, la spiritualità, intesa (da me) come cultura, interrogazione filosofica, tendenza alla pulizia, al poco, all'essenza.

Credo che il marrone sia un colore molto più femminile, proprio perché nasce da tante altre gamme cromatiche, che lo arricchiscono rendendolo pieno di potere demiurgico, fertile, mobile, meno perfetto.


Il blu, e quando parlo di blu mi riferisco al blu di prussia, è, pur astratto, alla fine anche molto compatto, "tutto d'un pezzo". Rigido.

Ricordo che al liceo ci era stato chiesto di dare vita a una texture che richiamasse l'autunno, una sorta di modulo che poteva ripetersi all'infinito. Per colorarlo, avevo scelto blu di prussia e bruno van dyck, un marrone molto freddo e "serio" che adoro.

Insieme sposano alla perfezione, specie nella loro versione ad acquerello, che rende tutto più leggero e con un guizzo di vivacità.

In effetti, sotto sotto, il blu e il marrone hanno dei punti di incontro: basta pensare a quanto sia importante il blu nell'aiutare il marrone a creare le ombre, e a come i 2, uniti insieme, sappiano creare con immediatezza nella tavolozza di acquerelli il grigio-nero, un colore difficile che, solitamente, obbliga a mescolare insieme un sacco di tonalità per ottenerlo. Inoltre sono 2 colori con una certa serietà e profondità.

E quindi, cos'è successo? Perché ora vince il marrone? O meglio, perché finalmente l'ho accettato?

Penso che, se mai mi capiterà di avere dei figli (l'unico modo perché io ne abbia è che mi capiti :P), l'unica cosa giusta che ho capito fino ad ora è l'importanza della vicinanza con la terra. Quindi è l'unico insegnamento giusto che potrei dare, su cui non ho dubbi.

Il rapporto con la terra, con le bestie, con gli odori, il sudore, la fatica, le mani screpolate, la concretezza, è un insegnamento che ha tutto a che fare con il marrone.


Non credo di star portando avanti la solita dicotomia spiritualità da un lato e materialità dall'altro, perché ciò di cui parlo non è materialità ma matericità, che è molto differente.

Credo che quella dimensione spirituale che così poco coltivo, alla fine sia nutrita dall'attaccamento alla terra, agli odori e al tatto.

Come la maggior parte delle persone, ho tanti dubbi su chi sono, su chi sarò, sulle scelte fatte e sul mio futuro lavorativo.

Mi sembra però che questa sorta di piccola presa di coscienza, che coincide con la comprensione di una "mia certa componente marrone", potrebbe rivelarsi una buona via per imboccare con un pizzico di serenità in più la Mia strada, che non è divenire "saggia e contemplativa" come mi sarei sempre voluta, e come probabilmente non sarò mai.

E così, dando fine a questo inutile delirio decisamente blu, vi lascio qui sotto uno splendido motivo marrone della mia vita :)

Ciao!

venerdì 16 marzo 2012

Tempo di bambini...

No, tranquilli, non è una chiamata alla maternità, anzi! :D
Semplicemente, gli altri artisti della Cyrano ed io ultimamente siamo parecchio impegnati sul fronte "laboratori di fumetto per bambini".

Inoltre, proprio ieri, ho consegnato un bigliettino di matrimonio + battesimo che mi era stato commissionato (che idea geniale, 2 momenti di parentame condensati in 1!!).

Eccolo qui, base copic e poi tutto un bel lavorìo di matite dalle tinte pastellose (scelta di giallo e blu dominanti non casuali, dato che i 2 futuri sposi sono super tifosi dell'Hellas!).

Anche la frasetta è mia :)


Fare questi bigliettini è sempre piacevole per me, perché nonostante sia parecchio affascinata dagli autori cupi, dagli stili "sporchi", dai temi politically scorrect e morbosi, poi alla fine le cose che mi riescono meglio sono queste, o quelle piccanti con riferimenti yuri, uhuhuh.

E' una cosa su cui ragiono spesso: io adoro i temi eccessivi, i film pulp espliciti, i libri con protagonisti sfatti e borderline (alla Chuck Palahniuk, alla Irvine Welsh) e l'arte contemporanea più disturbante e "malata".

Però poi tutte queste cose, che se mi piacciono mi appartengono, non le so tirare fuori, e i miei disegni sono su un altro lontanissimo pianeta. Forse è semplicemente per pigrizia, perché fare cose "più cupe" diventa più impegnativo, anche se in realtà per uno che fa solo quelle, magari disegnare un bimbo puccioso non è così semplice.

Chissà. L'importante è che ultimamente sono parecchio impegnata sul fronte artistico e questo è sempre un gran bene.

Tornando a parlare di bambini e disegni per bambini, cui questo post è dedicato, vi segnalo che il 25 marzo (la prossima domenica) sarò alla libreria Feltrinelli in centro a Verona, dove terrò per i più piccoli un laboratorio di disegno speciale, tutto dedicato alla scrittrice per ragazzi Bianca Pitzorno.

Confesso che inizialmente questo nome non mi diceva nulla, poi (after giretto su Wikipedia) scopro che è l'autrice di 2 fra i libri che più mi sono piaciuti (letti a 11 anni): Ascolta il mio Cuore e L'incredibile storia di Lavinia (in cui la protagonista aveva un anello che trasformava tutto ciò he voleva in cacca!)

Wow!

Per il laboratorio sto preparando delle piccole illustrazioni iper veloci che raccontano i momenti salienti di un altro suo libro che ho scelto per l'occasione, La casa sull'albero, e alcuni esercizietti-gioco interattivi, poi si vedrà.


Tornare a leggere questo tipo di scrittura così diretta e divertente, per me che faccio la web copywriter e che ogni giorno mi devo impegnare a realizzare testi che sappiano rendere semplici e immediati concetti spesso difficili, è stato davvero utile, e liberatorio.

La Pitzorno racconta le situazioni con un linguaggio talmente quotidiano e con metafore tanto dirette (ma curiose), che l'essermi ritrovata a rileggerla credo mi sarà di grande utilità.

La scrittura con cui (fortunatamente) per ora mi pago (più o meno...) da vivere è molto diversa da quella critico-universitaria che ho tanto coltivato durante gli anni di studio dell'arte contemporanea e della semiologia del cinema. Anche se la necessità di sintesi resta la medesima (W la sintesi! W Cézanne!).

All'università amavo alludere, ossia parlare di un argomento citando le più svariate connessioni "erudite", mentre ora la mia scrittura deve essere schietta (ma sotto sotto persuasiva. Già, persuasiva! Un giorno ve ne parlo).

Come dicevo sopra, il mio stile di disegno è "pulito", e alla fine anche la mia scrittura mi sembra pulita o meglio, ci lavoro ogni giorno per renderla la più leggera e scorrevole possibile.

Ovviamente non parlo di scrittura creativa e romanzesca, lungi da me! La mia è una scrittura fatta per spiegare, più illustrativa e "saggistica", non sarei mai e poi mai in grado di inventare racconti o sceneggiature (purtroppo!).

Ok, direi che ho divagato abbastanza, forse per compensare il fatto che ho scritto poco, ultimamente. Sempre troppo impegnata!

Vi saluto, godetevi la primavera miei cari.

P.S. Se vi va di portare i vostri fratellini o cuginetti alla Feltrinelli, vi ricordo che sarò là il 25 marzo, dalle 16 in poi.

P.P.S. Pare che per svariati motivi, alla fine anche la vostra Apebaloon approderà su Facebook. Vi faccio sapere, ciao!

martedì 28 febbraio 2012

Acquisti post Mantova Comics

Partecipare con la Cyrano a Mantova Comics lo scorso weekend è stato piacevole come sempre.

Buona la compagnia, rassicurante il nostro stand nero e arancione (che, nonostante le piccole dimensioni, si fa notare), e interessanti alcune cosplayer XD

Ho fatto alcuni acquisti di cui sono parecchio contenta. Questa volta, a causa delle magre finanze, ho preferito evitare la gadgettistica, e sono andata alla ricerca di alcune pubblicazioni diverse da quelle che sono solita acquistare, per dare un po' di nuovo respiro alle mie librerie ormai asfissiate da troppi, ma sempre troppi pochi, fumetti.

Bene, iniziamo la carrellata.

Il primo acquisto è stato L'attacco dei Mostri di Neve Mutanti, strisce invernali con Calvin & Hobbes protagonisti. E' la prima volta che compro qualcosa di Watterson, che ero solita leggere a sprazzi sulla Comix, al liceo.



Dopodiché ho individuato allo stand della ReNoir (che non delude mai) l'adattamento a fumetti del lungometraggio di Thomas Moore, candidato agli Oscar nel 2010, che si chiama Brendan e il segreto di Kells.



E' splendido, totalmente in stile Samurai Jack: personaggi stilizzati che si muovono su sfondi curatissimi, sfondi che sembrano quasi degli ornamenti liberty-pop.

Non ho ancora avuto modo di leggerlo (né di vedere il lungometraggio) ma lo farò presto, e mi auguro poi di raccontarvi com'è :)



Poi, su suggerimento del buon Fales, ho preso Mesmo delivery, totally pulp, dal tratto interessante e dalla china quasi onirica. La trama è fantastica perché in sostanza si riassume in una scazzottata che non concede nulla al buon gusto. W Tarantino!



E infine, dopo queste escursioni tra USA, Irlanda e Brasile, sono tornata al Giappone, con I am a Hero di Kengo Hanazawa. Perché l'ho preso? Perché sta entusiasmando anche chi i manga non li vuole vedere nemmeno col binocolo, e già si sta pensando a un film.

Sono contenta perché me lo sto leggendo senza sapere nulla, senza avere spoiler o commenti da parte di chi conosco: so solo che mi ha preso sin dalla prima vignetta e che non vedo l'ora di prendere i prossimi numeri. Credo di aver intuito dove andrà a parare, ma in realtà è tutto fuorché scontato, almeno per ora.



Credo che Hanazawa utilizzi fortemente le fotografie, sia per gli sfondi che per i personaggi, la cosa si vede un sacco. A livello visivo non posso dire che sia tra i miei favoriti, ma dato che da anni non sono più una fan del "bello" (precisamente dalla 4° superiore, quando ho deciso che a me l'arte piace dall'Impressionismo in avanti), il tutto non può che incuriosirmi.

Quello che apprezzo in particolare è il saper rendere nelle scelte visive le scelte narratorie. In sostanza, basta sfogliare qualche tavola per avere una determinata sensazione, che poi si ritrova leggendo la storia. Questo è bellissimo, così come è bello quando visivo e contenuto contrastano e destabilizzano volutamente.

Mi manca ancora qualche pagina per terminare questo volume, e già vorrei avere qui con me il 2^ e il 3^ volume, e mi sa proprio che questo sabato andrò a procurarmeli ^^



In realtà c'è un altro piccolo capolavoro che ho acquistato su suggerimento del caro vecchio Isao, Rughe di Paco Roca. Ma la poesia che fuoriesce anche solo dalla copertina è tale da meritarsi un suo bel post, più avanti.

Qualcuno ha letto questi fumetti? E che ne pensate? Avete qualche consiglio? In questo periodo ho voglia di nuove letture... ^^

mercoledì 8 febbraio 2012

Ieri sera ho cenato con Milo Manara...



... e con altre 100 persone! :)

Ossia? Perché? Cosa?!

Ieri sera il prestigiossso Lions Club di Verona ha organizzato una cena di beneficenza per raccogliere fondi al fine di finanziare un libro divulgativo sulla Logogenia. Questi fondi sono derivati da una lotteria.

I premi in palio erano 2, entrambi splendidi: una fotografia degli anni '70, pluripremiata a livello internazionale, di Giancarlo Zucconelli (sì, il vignettista satirico Zuc dell'Arena) e un meraviglioso studio ad acquerello di Milo Manara.

I due artisti erano presenti alla cena (e seduti vicinissimi a me!), ma Milo (lo sapete che di nome fa Maurilio?) ha pure tenuto un intenso discorso in cui ha illustrato, attraverso le sue opere, il tema a lui tanto caro del Pittore e la Modella.

La sua presentazione è stata davvero appassionante, per vari motivi.

Innanzitutto per la Storia dell'arte, letta sotto la prospettiva del rapporto tra raffigurante e raffigurata; poi per l'alternanza tra le interpretazioni così sensualmente stimolanti di Manara e le opere di artisti vissuti dall'ellenismo sino ai primi del '900.

Vedere tutta quella bellezza, ma soprattutto quei concetti di bellezza, quei canoni che si modellano e si differenziano nei secoli, seguendo gli stilemi del momento, accostati alle opere di Manara, così tautologiche sia nelle forme che nelle tecniche, è stato davvero un momento di forte stimolo artistico, e interiore.

Le opere di un singolo uomo intrecciate nei secoli dell'arte.



Mi è piaciuto così tanto ascoltare un fumettista, un artista, davvero innamorato di ciò che fa e delle tematiche cui ha deciso di accostarsi.

Manara ci ha tenuto più volte a sottolineare che quello che stava dicendo è tutto verificabile e riscontrabile. Infatti, dal mio piccolo di laureata in storia dell'arte (ma davvero? ce l'ho davvero questa laurea? sembra persa nel tempo...) ho ritrovato nelle sue parole e negli aneddoti che ci ha riportato gli scritti di Plinio, di Vasari, di Bellori...

Ovviamente la lotteria mica l'ho vinta io, ma qualche super Lion :)

Sono la prima a riconoscere che Manara è spesso ripetitivo e che la sua evoluzione si è probabilmente fermata 20 anni fa, ma bisogna forse ammettere che si tratta di un artista che ha trovato una forma di Bellezza per lui talmente perfetta, che non ha più avvertito il bisogno di lasciarla, modificarla, cercarne una nuova.

Gli artisti spesso si dividono in 2 categorie: gli sperimentatori insoddisfatti, che nel perenne divenire del cambiamento trovano la loro normalità, e gli artisti che rintracciano un tema a loro congeniale e vivono con quello tutta la vita, sondandolo e indagandolo all'infinito, come se qualcosa sempre sfuggisse, per un effetto alla Natura Morta di Morandi.

Una ripetizione che svuotandosi, si riempie.

Manara è davvero innamorato della bellezza, che per lui significa Donna, donna giovane e piena, ricca della sua sensualità allegra e malinconica, di cui è consapevole e che ama esprimere, per dare vita al suo incanto.



L'uomo primitivo dipingeva sulle pareti della caverna gli animali, come simbolo propiziatorio, e poi, un giorno, girandosi, vede per la prima volta che la sua donna è Bella.

E' in quel momento che inizia la Storia dell'Arte: con la scoperta della bellezza femminile.